ESERCIZIO DEL DISCERNIMENTO
DI PENSIERI, DI PAROLE, DI AZIONI. . . . . . . . . . .
Siamo abituati a distinguere il bene e il male, secondo una tradizione assodata che ci è stata consegnata.
Ma essa era da considerare solo come base per il discernimento, e non come un discernimento in sè, fatto e finito.
Per questo, riprendiamo ogni realtà della nostra giornata, e mettiamola in esame "radiografico" della coscienza, chiedendoci: questa realtà che vivo è di fronte sopratutto a me (quindi non buona), o di fronte sopratutto alla Verità, a Dio (quindi buona)?
Esempio:
LA PERSEVERANZA
---------------è bene o e male?...
Se sono io che la opero, per me e i miei fini (che affermerò sempre come buoni) non è altro che testardaggine, che non mi farà smuovere più dai miei modi di fare e di essere, con coseguenze disastrose: incapacità a accogliere il cambiamento e la revisione, difficoltà a una conversione effettiva e reale,...
Se la confronto con Dio, e la attesto come accoglienza della sua proposta, come risposta di fedeltà a Lui e ai modi e allo spirito di fare, di dire e di pensare che Lui mi suggerisce, allora diventa dono della perseveranza, e illumina il mio cammino e quello altrui.
--------------------------------
Per l'aiuto al discernimento, in quello che dico, che penso e che faccio, possiamo sempre porre a noi stessi questa domanda:
SIGNORE, TU VUOI (o: hai voluto) COSI'?
Oppure (riprendendo il salmista):
QUELLO CHE E'BENE/MALE AI TUOI OCCHI IO HO FATTO?
----------------------------------
Il discernimento è la base del cammino della meditazione, e nello stesso tempo ci aiuta a migliorare la nostra preghiera, e ad introdurci sempre meglio nell'esperienza della conversione quotidiana.