ESERCIZIO DI PREGHIERA 17

 ESERCIZIO DEL DISCERNIMENTO

DI PENSIERI, DI PAROLE, DI AZIONI

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Siamo abituati a distinguere il bene e il male, secondo una tradizione assodata che ci è stata consegnata.
Ma essa era da considerare solo come base per il discernimento, e non come un discernimento in sè, fatto e finito.
Per questo, riprendiamo ogni realtà della nostra giornata, e mettiamola in esame "radiografico" della coscienza, chiedendoci: questa realtà che vivo è di fronte sopratutto a me (quindi non buona), o di fronte sopratutto alla Verità, a Dio (quindi buona)?

Esempio:

LA PERSEVERANZA
---------------è bene o e male?...

Se sono io che la opero, per me e i miei fini (che affermerò sempre come buoni) non è altro che testardaggine, che non mi farà smuovere più dai miei modi di fare e di essere, con coseguenze disastrose: incapacità a accogliere il cambiamento e la revisione, difficoltà a una conversione effettiva e reale,...

Se la confronto con Dio, e la attesto come accoglienza della sua proposta, come risposta di fedeltà a Lui e ai modi e allo spirito di fare, di dire e di pensare che Lui mi suggerisce, allora diventa dono della perseveranza, e illumina il mio cammino e quello altrui.

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Per l'aiuto al discernimento, in quello che dico, che penso e che faccio, possiamo sempre porre a noi stessi questa domanda:
SIGNORE, TU VUOI (o: hai voluto) COSI'?

Oppure (riprendendo il salmista):
QUELLO CHE E'BENE/MALE AI TUOI OCCHI IO HO FATTO?

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Il discernimento è la base del cammino della meditazione, e nello stesso tempo ci aiuta a migliorare la nostra preghiera, e ad introdurci sempre meglio nell'esperienza della conversione quotidiana.