ESERCIZIO DI PREGHIERA 7

 ...ULTERIORI CONSIGLI...


........................

ULTERIORI CONSIGLI e RACCOLTA DI METODI
DEI MAESTRI DELL'ESICASMO
Consigli di Niceforo

A coloro che non ottenessero accesso al luogo del cuore con i mezzi precedenti, San Niceforo l'Astinente dà questo consiglio: "La facoltà d'elocuzione risiede nella laringe.
Utilizzala dunque a ripetere incessantemente la preghiera di Gesù.
Al principio, l'attenzione vi resterà estranea: a poco a poco tuttavia l'intelligenza presterà ascolto alle parole, l'attenzione si fisserà su di esse; poi il cuore ne sarà commosso e la preghiera ti introdurrà da se stessa, senza sforzo da parte tua, nel suo santuario”.
Questa tecnica è essenzialmente differente dalle precedenti; scandalizza spesso coloro che ne sentono parlare, per ciò che vi è in essa di deliberatamente meccanico; come ammettere, come accettare, anche all'inizio, l'assenza cosciente e consentita di attenzione; come questa preghiera fatta senza prestarvi attenzione può essere o divenire un atto pio?
Noi ci troviamo qui di fronte al realismo senza reticenze dei Padri e alla loro straordinaria penetrazione: agli incapaci essi offrono una via che li condurrà alle più autentiche realizzazioni dello spirito ed essi sanno lottare contro ogni nostro nemico spirituale con le sue proprie armi: agli automatismi del pensiero, oppongono un automatismo che potrà vincere i suoi avversari, in quanto è ancora più semplice di loro; al concatenamento anarchico voluto dalle circostanze della vita di relazione, essi oppongono un ritmo autonomo poiché libera dall'ambiente colui che lo mette in moto, ma anche personale, poiché ognuno si sceglie il proprio e lo installa sui ritmi profondi del suo essere fisiologico e psicologico.
La nostra esperienza, pur così povera, malgrado la sua apparente complessità, non ci insegna forse che l'attenzione analitica del nostro intelletto, molto spesso, dissipa la concentrazione, ne spezza l'unità profonda, disperdendone 'lo sforzo su una moltitudine di oggetti? Invece la ripetizione monotona, ritmica, senza fretta e senza splendore, di una formula unica, breve ma possente in virtù delle rappresentazioni mentali che vi si legano e della Presenza reale di Dio, fa il silenzio nell’intelletto, unifica l'attenzione sul piano timico e realizza in fin dei conti la piena concentrazione.

È da questa esperienza che è nata l’ORAZIONE GIACULATORIA.


CONSIGLI DI TEOFANE IL RECLUSO
Teofane il Recluso, nei consigli che dà a chiunque voglia intraprendere là vita spirituale, insegna che una delle, condizioni 'indispensabili al successo è di non ammettere mai il lasciar andare corporeo: " Sii, egli dice, come una corda di violino regolata su di una nota giusta.
Senza illanguidimento nè tensione : il corpo eretto, le spalle in giù, il, portamento della testa comodo, la tensione di tutti i muscoli orientata verso il cuore”.
È particolarmente interessante notare il giudizio che dà questo grande maestro di vita interiore sui metodi classici dell'esicasmo.
Essi sono, egli dice, in sostanza, il frutto e la prova di una esperienza spirituale autentica.
Hanno portato ad una conoscenza preziosa delle regole e delle vie della vita interiore, e hanno mostrato in particolare con evidenza l’importanza della dignità del corpo fin da questa vita nell’opera della salvezza e nella via di unione.
"Tuttavia, in regola generale essi sono divenuti superflui sotto il loro aspetto athonita, e costituiscono un pericolo per i novizi senza maestro poichè potrebbero soppiantare in essi l'opera spirituale stessa e indurli a prendere per carismatici stati naturali divenuti inabituali per noi.
Le tecniche classiche possono tuttavia, secondo lui, essere consigliate a coloro il cui cuore si è disseccato e chiuso nel formalismo dei riti e delle regole, e che non conoscono più che la forma senza vita della religione.
La concentrazione dell'attenzione al cuore, per tutto ciò che comporta come ripercussioni somato-psichiche può far loro ritrovare l'emozione naturale e la vita, e condurli, - sotto una direzione molto sicura, - ai sentimenti appassionali della vera vita interiore.
É necessario dire una volta di più che 'tutte queste tecniche non costituiscono la vita in Dio, come non lo sono nemmeno la preghiera e la meditazione: esse fanno parte di una ricca ascesi liberatrice che abbraccia tutto l'essere e che è per natura negativa.
Quando l'attenzione è stata unificata nel luogo di perfetta concentrazione e pronta a ricevere e ad elevare la sua preghiera, allora soltanto comincia l'opera spirituale.


Metodo di Giovanni Climaco

Senza alcun dubbio, fra tutti i metodi il primo posto spetta a quello raccomandato da Giovanni Climaco.
Tale metodo, infatti, è particolarmente pratico e non presenta alcun pericolo: è necessario e addirittura indispensabile per l'efficacia della preghiera; esso è alla portata di tutti i cristiani che vivono con pietà e cercano la salvezza, siano essi monaci o laici.
Giovanni Climaco, grande guida dei monaci, parla di tale metodo in due punti della sua Scala che conduce dalla terra al cielo: nel gradino che tratta dell'obbedienza e in quello sulla preghiera.
Il fatto stesso che egli esponga il primo metodo nel capitolo consacrato alla dottrina riguardante l'obbedienza dei monaci cenobiti, mostra chiaramente che esso è concepito anche per i monaci.
L'esposizione di tale metodo è poi ripresa nel lungo capitolo consacrato alla preghiera, dopo le istruzioni concernenti gli esicasti; è rivolta quindi anche ai monaci più avanzati nel cammino spirituale.
Lo ripetiamo: il suo grande merito consiste nel fatto che esso dà piena soddisfazione evitando qualsiasi pericolo.
“Rinchiudi il tuo pensiero nelle parole”
Nel gradino sulla preghiera Giovanni Climaco dice: “Sforzati di ricondurre o esattamente di rinchiudere il pensiero nella preghiera.
Se, dato il suo stato d’infanzia, il tuo pensiero viene a mancare e si disperde, riconducilo.
La mente tende all'instabilità. Ma colui che mette ordine in tutte le cose può darle stabilità.
Se tu perseveri in questa attività e la custodisci costantemente, colui che stabilisce in te dei limiti al tuo mare verrà e le dirà durante la tua preghiera: “Fin qui giungerai e non oltre”(Gb 38.11). Non è possibile legare lo spirito; ma là dove si trova il creatore di tale spirito, tutto si sottomette a lui".
La fase iniziale della preghiera consiste nel respingere i pensieri fin dal loro nascere, mediante la preghiera; la fase centrale si ha invece quando la mente rimane esclusivamente nelle parole pronunciate vocalmente o mentalmente; il coronamento, infine, è il rapimento della mente verso Dio.
Nel gradino sull'obbedienza, Giovanni afferma: "Lotta costantemente con il tuo pensiero e fallo ritornare a te ogni volta che prende il volo.
Dio non esige dai novizi una preghiera totalmente libera dalle distrazioni; non affliggerti se derubato, ma resisti e fai costantemente ritornare la mente verso di te.

Pregare con attenzione

Il metodo esposto qui consiste nel pregare con attenzione, sia che lo si faccia vocalmente che mentalmente.
Quando si prega con attenzione, il cuore non può estraniarsi, come ha detto Marco l'Asceta: "La mente che prega senza distrazione rende il cuore contrito".
Così, dunque, colui che prega secondo il metodo esposto da Giovanni Climaco pregherà con le labbra, con la mente e con il cuore; e chi avrà progredito in questo modo di pregare possiederà la preghiera della mente e de cuore e attirerà su di sé la grazia divina, come si può vedere dalle parole del grande maestro dei monaci.
Che desiderare di più?
Nulla, certamente.


L'insegnamento di Serafim di Sarov

Il beato starec e ieromonaco Serafim di Sarov prescrive al principiante, in conformità a un costume già stabilito nel "deserto" di Sarov, di dire incessantemente la preghiera: "SIGNORE GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI ME, PECCATORE".
"Durante la preghiera", insegna lo starec, "sii presente a te stesso, cioè raccogli la tua mente e uniscila alla tua anima. All'inizio, per uno o due giorni o anche più, fa questa preghiera con la sola mente, staccando le parole e fissando la tua attenzione su ciascuna di esse in particolare.
Quando il Signore riscalderà il tuo cuore con il calore della sua grazia e unificherà il tuo essere in un solo spirito, questa preghiera si metterà a sgorgare in te incessantemente: essa sarà sempre con te e ti porterà gioia e nutrimento".
E' proprio questo il senso delle parole pronunciate dal profeta Isaia: 'La rugiada che è con te è guarigione per loro' (Is 26.19). [...] Taci, custodisci costantemente il silenzio, ricordati sempre della presenza di Dio e del suo Nome. [...] Quando sei seduto a tavola [...] sii attento a te stesso e nutri la tua anima con la preghiera".


Il metodo suggerito da Nil Sorskij

Nil Sorskij prescrive di far silenzio interiormente, proibendo a se stessi non soltanto di pensare a qualcosa di peccaminoso o di vano ma anche a qualcosa di apparentemente utile o di spirituale.
Invece di pensare, bisogna guardare incessantemente nelle profondità del proprio cuore e dire: "SIGNORE GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI ME, PECCATORE".
Si può pregare in piedi, seduti, coricati.
Coloro che sono robusti e in buona salute preghino stando in piedi; i deboli, invece, possono pregare anche stando coricati, perchè in questa preghiera l'ascesi spirituale prende il sopravvento su quella del corpo. Bisogna dare al corpo una posizione che procuri allo spirito ogni libertà per l'attività che gli è propria. Tuttavia, è da tenere presente che qui si parla del modo di agire dei monaci che, mediante un'ascesi corporale adeguata, hanno messo ordine nelle proprie inclinazioni corporali e che, in seguito ai progressi già compiuti, sono passati dall'ascesi del corpo a quella dell'anima.
Controllo del respiro
Nil Sorskij raccomanda di rinchiudere la mente nel cuore e di controllare, per quanto è possibile, il respiro, per non respirare troppo spesso. In altre parole, bisogna respirare molto adagio.
In generale, bisogna reprimere tutti i movimenti del sangue e mantenere il corpo e l'anima in uno stato di tranquillità, di silenzio, di adorazione, di timor di Dio; altrimenti l'attività propriamente spirituale non può manifestarsi in noi: essa lo fa quando tutti i movimenti e i ribollimenti del sangue si sono placati.
L'esperienza insegnerà che il controllare il fiato, cioè il respirare con minor frequenza e lentamente, contribuisce molto a farci entrare in uno stato di calma e a ricondurre la mente dal suo vagabondare.
" Vi sono molte opere virtuose", dice Nil, "ma sono tutte parziali; LA PREGHIERA DEL CUORE, invece, E' LA SORGENTE DI TUTTI I BENI: essa irriga l'anima come fosse un giardino.
Quest'opera, che consiste nel mantenere la mente nel cuore senza nessun pensiero, è estremamente difficile per coloro che non hanno imparato a praticarla; [...].
Ma quando l'uomo riceve la grazia, allora prega senza sforzo e con amore, perchè è da essa consolato.
Allorchè sopraggiunge l'attività della preghiera, essa attira a se la mente, la riempie di allegrezza e la libera dalle distrazioni.
Per abituarsi al metodo raccomandato da Nil Sorskij è molto utile combinarlo con quello di Giovanni Climaco e pregare senza nessuna fretta.


LA PREGHIERA DI GESU’ NELL'INSEGNAMENTO DELLO
STAREC AMVROSIJ DI OPTINA

Quando a un monaco viene consegnato il rosario, alla cerimonia della tonsura, ecco che cosa gli viene detto:
"Prendi, fratello, la spada spirituale che è la parola di Dio, la preghiera continua di Gesù.
Abbi sempre il nome del Signore nella tua mente, nel tuo cuore, nei tuoi pensieri e sulle tue labbra, dì costantemente:
"Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me peccatore"
Queste parole mostrano come un monaco dovrebbe praticare la preghiera che è in grado di fare.
Ovviamente, sarebbe scomodo e pericoloso, per uno che non ha conseguito l'abitudine alla preghiera orale, imparare la preghiera mentale e, ancor più, la preghiera del cuore.
Tale persona cadrebbe nella tentazione del nemico.
Se non potete pronunciare la preghiera per intero, vale a dire tutte le parole della preghiera di Gesù, allora ripetete semplicemente "Gesù, Gesù".
Ciò non è vietato o rifiutato dai santi padri.
"Sconfiggete i vostri nemici con il nome di Gesù", dice Climaco.


Lo ieromonaco Doroteo

Lo ieromonaco Doroteo, asceta e autore spirituale russo, ha proposto un metodo eccellente per imparare la preghiera di Gesù: "Colui che prega con le labbra", scrive questo autore, "ma trascura la sua anima e non custodisce il suo cuore, fa salire le sue preghiere in aria, ma non verso Dio, e s'affatica invano, perchè Dio è attento allo spirito e allo zelo e non alla molteplicità delle parole. Bisogna pregare con grande fervore: con tutta l'anima, con tutto lo spirito, con tutto il cuore, con timor di Dio e con tutte le proprie forze. L'orazione mentale non permette di entrare nella cella interiore nè alle fantasie nè ai cattivi pensieri.
Vuoi imparare a praticare la preghiera della mente e del cuore?
Te la insegnerò.
Sta bene attento, amico e obbediscimi.
Per cominciare, devi dire la preghiera vocalmente, cioè con le labbra, la lingua e la voce, forte quanto basta perchè tu possa udire te stesso.
Quando le labbra, la lingua e i sensi saranno sazi della preghiera detta vocalmente, la preghiera vocale cessa e si comincia a dirla in un sussurro. Dopo di ciò si deve imparare a fissare costantemente la propria attenzione sulla zona della gola. Allora, a un segno, la preghiera della mente e del cuore comincerà a sgorgare spontaneamente e incessantemente: si presenterà da sè e agirà in ogni momento, durante qualsiasi attività e in qualsiasi luogo".


Nicodimo l'Aghiorita

Nikodemo indica anche altre invocazioni che il nous, raccolto nel cuore, può ripetere spontaneamente, come: "Gesù mio" (Iesou mou), "Gesù mio amato" (Iesou mou agapimene).
Oppure quando si sente oppresso o in pericolo: "Gesù mio aiutami", "Gesù mio salvami".
La formula dell'invocazione è quindi variabile, ciò che rimane invariato è la presenza del nome "Gesù".