ESERCIZIO DI PREGHIERA 8

 ESERCIZIO DI PREGHIERA ASSOLUTIVA

IN CASO DI ODIO, GELOSIA, INVIDIA
VERSO UNA PERSONA
VERSO CHI CI FA DEL MALE

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.1.

Focalizzare con la mente l'immagine della persona odiata.
(Ogni volta poi che la incontro, metto in atto subito questo esercizio)

.2.

Recitare una Ave Maria, o una espressione di benedizione: es.: "Il Signore ti conceda la pace", "Splenda su di te la luce del Suo volto",...

.3.

Ogni volta che dalla memoria o dall'inconscio riemerge l'immagine e il sentimento negativo verso quella persona, ridico la preghiera o la formula di benedizione.

.EFFETTI.

PRIMO: prego su una realtà concreta e cruciale, avvalorando la preghiera che faccio e non lasciandola astratta.

SECONDO: sciolgo il nodo del rancore, trasformando il ghiaccio del rancore in acqua potabile.
La mia preghiera mi dona forza assolutiva del negativo che c'è in me.

TERZO: trasformo attraverso la preghiera un sentimento di male (maledizione) in sentimento di bene (benedizione) applicando sull'altro il segno della preghiera.

QUARTO: esco da una preghiera volta al mio io, legata e logica, a una preghiera aperta all'altro e al suo bene, e alla sua serenità che si riflette poi come specchio in serenità su di me.

QUINTO: l'altro, da ostacolo, diventa occasione e prova per esercitarmi nella preghiera e nell'atteggiamento autentico della relazione, verso la volontà di comunione da parte mia.

SESTO: l'altro non è più visto come tale e diverso da me, ma come segno vicino a me, che mi mette in esercizio di fede.
Lo vedo non in se stesso, ma come segno di Dio per me.

SETTIMO: sono nella piena e perfetta sintonia con l'agire di Dio nei confronti di me e dell'altro, in retta coscienza e in purezza di volontà.

OTTAVO: non guardo alla conseguenza sopratutto sull'altro (mi amerà, si scuserà,...?), ma constato le conseguenze positive sulla mia preghiera.

NONO: la mia preghiera è pienamente gratuita, senza condizioni e richieste e ricatti, nè a Dio, nè all'altro.

DECIMO: l'esercizio posto in atto rende viva e fluente, oltre che fruttuosa, la mia preghiera, che altrimenti sarebbe rimasta un atto puntuale, fatto e finito